La prima volta che l’ho visto, quasi, non ci potevo credere: interi corridoi di mega-grandi-magazzini americani completamente intasati (in modo assolutamente organizzato, chiaro e funzionale, è chiaro) dei miei inseparabili e imprescindibili shoppers. Non sto neppure a dire che la permanenza nello store che non doveva superare lo stretto tempo necessario, si è trasformata in una gita pomeridiana alla scoperta della legge sociologiche americane…

Non si trattava solo di borsine di carta più o meno affascinanti nei loro toni, colori e forme di cui, sinceramente, la creatività e la finezza italiana italiana non ha nulla da invidiare; c’era di più, se possibile. C’era di mezzo la “cultura americana”, in qualche modo (da qualunque lembo si voglia tirare la “cultura definizione”), il costume diffuso di utilizzare lo shopper-media in qualunque occasione, laddove il “brand” diventa la ricorrenza, in qualche modo, cifrata graficamente da simboli evocativi inequivocabili.
Voi dovreste davvero vedere le quantità di cui sto parlando; dovreste puciarvi per una mezza giornata (essì…), in un mall o dal mitico Meijer’s (classico supermercato americano dalle dimensioni così esagerate da diventare cittadella dello shopping di qualunque bene) per capire veramente cosa sto dicendo.
Il punto vero, comunque, il nocciolo della questione si risolve in un’identificazione nel media-shopper di un contenitore di ricorrenza, di comunicatore muto che parla un linguaggio assolutamente condiviso. Esattamente come dovrebbe essere. Certo-certo, potremmo aprire infiniti capitoli sullo spirito funzionale americano che preferisce bandire fiumi di fiocchetti e carta regalo preferendo l’immediatezza del sacchetto… ma sbaglieremmo. Perché di fiocchi e artcoli per la decorazione del regalo, negli usa, strabordano i corridoi; senza parlare dei biglietti di accompagnamento-augurali.
Quindi?
Quindi, appunto, sono aspetti “culturali”, quelli di cui stiamo parlando per cui, se da noi è quasi inaccettabile arrivare a casa di qualcuno senza almeno una buona bottiglia di vino (e lì no), lì lo è porgere un regalo senza lo shopper più appropriato (e qui no).
Questione di continenti…

Susanna Bonati

(FONTE: http://www.comunicandoweb.com/)

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