Uno studio di una società statunitense mostra un tasso medio di crescita annua del 68% della diffusione della tecnologia NFC. Ma in molti sono scettici. L’Abi: “Siamo ancora alla fase di sperimentazione. La domanda è su quale circuito lanciare il progetto: domestico, europeo o internazionale?”
(di ROSARIA AMATO http://www.repubblica.it/)
ROMA – Nel giro di quattro anni negli Stati Uniti le carte di credito staranno ai pagamenti come il vinile sta alla musica: ad affermarlo è la CNN, in un’inchiesta che parte dai dati di una società statunitense, Aite Group. Il 2011 sarà l’anno del grande sviluppo della tecnologia NFC, afferma Aite Group, e guai a chi rimane fuori. Perché i pagamenti via smartphone avranno negli anni a venire una crescita esponenziale: dai 16 miliardi di dollari del 2010 si passerà quest’anno a 46, fino ad arrivare rapidamente a 214 nel 2015. I dati pubblicati da CNN riguardano solo gli Stati Uniti, ma l’Europa si è lanciata da tempo in questo nuovo mercato: in Italia tra i progetti in cantiere c’è quello di Poste Italiane, PosteTouch.In Francia si stanno attrezzando intere città 1: con gli smartphone si comprano biglietti e abbonamenti, si leggono le informazioni dei cartelli che fanno uso delle nuove tecnologie. La Francia è sicuramente tra i paesi più avanti, ormai ben oltre la sperimentazione. Progetti avanzati sono in fase di attuazione in Gran Bretagna, Germania, Spagna, Polonia e Olanda.
Tuttavia, per quanto al momento i pagamenti via smartphone siano diffusi, rimangono ancora assai pioneristici. Con l’iPhone e il Blackberry certo si può pagare un caffè da
Starbucks 2, fare shopping on line3 là dove esistono negozi elettronici attrezzati. Ma per i pagamenti generalizzati non esiste al momento un sostituto della carta di credito. Bene, fra qualche anno il ruolo delle carte di credito verrà completamente assunto dagli smartphone, almeno negli Stati Uniti, assicurano gli analisti di Aite Group, che prevedono una crescita media annua del 68% già a partire dal 2011, poco importa se gli Usa possano apparire, al momento, come un Paese un po’ in ritardo nella sperimentazione dell’NFC.
Ma nel giro dei prossimi 12-18 mesi, secondo l’indagine, ci sarà una sempre maggiore diffusione degli smartphone che utilizzano la nuova tecnologia e uno sviluppo altrettanto rapido del mobile banking: “In pratica nessun segmento ne rimarrà fuori”, sostiene Aite Group, anche perché “le imprese che non si rendono conto che il mercato è adesso in rapida evoluzione, soffriranno di un serio svantaggio nei prossimi anni”. “Il 2011 sarà un anno molto interessante, molto dinamico, sarà come quando i pionieri andavano alla scoperta del selvaggio West, verrà ridefinito tutto il panorama dei pagamenti digitali, e questo porterà a un riposizionamento dei vari player”, assicura Michael Upton, vicepresidente senior del settore mobile banking della Bank of America.
Anche se negli Stati Uniti sono in molti a individuare una rapida evoluzione della diffusione dell’NFC, le previsioni di Aite Group sembrano un po’ troppo avveniristiche. “Credo che sicuramente il portafoglio mobile prenderà il posto delle carte di plastica – dichiara alla CNN Jane Cloninger, direttore di Edgar Dunn & Co, una società di consulenza specializzata in servizi finanziari e pagamenti – ma ci vorrà del tempo, perché le abitudini dei consumatori non cambiano rapidamente”.
Figuriamoci in Italia, il Paese che vanta il maggiore uso di contante in Europa 4, dove ancora una buona percentuale di consumatori mostra una certa diffidenza per le carte di plastica. “Ormai da noi le carte di plastica si sono affermate, ce ne sono in circolazione oltre 30 milioni – replica Pierfrancesco Gaggi, segretario generale del Consorzio Bancomat e responsabile Abi per le relazioni internazionali – e la gente sta imparando finalmente a utilizzarle. I pagamenti con lo smartphone rappresentano sicuramente il futuro, anche se io non credo che ci arriveremo nel giro di quattro o cinque anni. Ma, una volta che la possibilità diventerà concreta anche in Italia, io credo che si svilupperanno con più facilità rispetto alle carte di credito, con tempi più brevi: si tratta di uno strumento più avanzato, più vicino alle giovani generazioni”.
L’Associazione Bancaria Italiana al momento è alla fase preparatoria, di studio e di sperimentazione: “Stiamo sperimentando una carta di debito contactless per i micropagamenti, che un domani potrebbe diventare una sim per lo smartphone. – spiega Gaggi – Il punto di domanda che le banche italiane si pongono, però, è su quale circuito lanciare e sviluppare questo progetto. Il circuito domestico, che avrebbe il vantaggio della conoscenza del profilo della clientela? Quello europeo in fase di avviamento (il progetto Sepa per l’uniformità dei sistemi di pagamento, ndr)? Oppure quello internazionale, Visa e Mastercard. Però, anche lì, al momento non c’è una diffusione così ampia dell’NFC”. Ecco perché, conclude Gaggi, “decisamente la similitudine tra le carte di credito e il vinile, riferita al 2015, sembra veramente azzardata…”. Al 2015.