Melbourne è considerata la più cosmopolita ed ‘europea’ tra le città australiane. É anche una fucina creativa in cui il multiculturalismo (elemento fondante della cultura australiana) diventa il fil-rouge di una continua spinta verso la ricerca estetica, la sperimentazione e la sostenibilità. Non a caso, la città ospita State of Design, il più importante ed innovativo Festival australiano dedicato al design. Giunto alla sua settimana edizione, quest’anno State of Design si svolgerà, a Melbourne e dintorni, dal 20 al 31 luglio 2011. Il Festival nasce con l’obiettivo di coinvolgere il maggior numero di persone possibile e di accrescere la consapevolezza del valore del design, della sua capacità di generare innovazione, di promuovere la sostenibilità e di portare un innegabile valore aggiunto sia per la società in generale, sia per le aziende e l’economia. ‘Design that moves’ sarà il tema di quest’anno, con particolare focus su progetti di reale ‘trasformazione’, legati a tematiche come la mobilità e la capacità di creare dei network. L’emozione ed il movimento, quindi, come cause di una nuova visione del design stesso. Anche quest’anno, State of Design sarà animato da numerosi workshop, mostre ed eventi. Il tema della sostenibilità e del valore sociale del design, a Melbourne è molto più di un trend, ma un obiettivo da perseguire. Ne abbiamo parlato con un architetto e due designer che si nutrono di queste convinzioni e lavorano per attuarle. Paul Jones, un architetto della Bates Smart (uno degli studi di architettura che hanno maggiormente contribuito a innovare la città) a questo proposito sottolinea come lo sviluppo architettonico dei nuovi palazzi di Melbourne viva in completa sinergia con la struttura della metropoli (fortemente improntata su un sistema reticolare di piccole vie, soprattutto nelle zone di St. Kilda e Fitzroy). L’altro punto che sta particolarmente a cuore a Jones è certamente l’impatto ambientale. A questo riguardo, tutte le nuove strutture sono realizzate seguendo la filosofia ‘zero waste’: riciclo di materiali, ventilazione naturale, recupero dell’acqua. Lo stesso pensiero è condiviso anche dalla designer Simone LeAmon (vincitrice di numerosi premi internazionali e appassionata di design italiano) che conferma anche come la sostenibilità abbia stimolato l’utilizzo di materiali locali. Secondo LeAmon, infatti, il design di Melbourne cammina di pari passo con gli artigiani e l’impresa della città. In questo senso, Melbourne si pone come una città particolarmente creativa e il design prodotto è autentico, originale e fortemente contemporaneo. La vitalità e la creatività di Melbourne sono due caratteristiche alimentate da giovani creativi, appassionati del proprio lavoro e alla continua ricerca di nuovi orizzonti. Una figlia speciale di questa città è sicuramente Lisa Vincitorio che ha già lavorato, tra gli altri, con Alessi (l’azienda italiana ha prodotto due suoi lavori). Secondo Lisa, il fatto di vivere così ‘lontano’ dal resto del mondo, dà ai progetti dei designer australiani un tocco più fresco e davvero diverso. Una prospettiva unica sulla realtà, influenzata sicuramente dal paesaggio australiano e dal multiculturalismo. La giovane designer individua alcuni trend che le stanno particolarmente a cuore: l’utilizzo di forme semplici accostate a colori forti e spiccati, tessuti a trame, il legno come metafora di ‘calore’ e, conditio sine qua non: la sostenibilità. Insomma, i creativi ‘made in Melbourne’ ci tengono a sottolineare che la considerazione dell’ambiente appare prioritaria. C’è una riscoperta della natura e dell’identità che – attraverso lo sviluppo tecnologico – si inserisce perfettamente anche nei meccanismi globali. Lo sguardo nuovo e unico degli antipodi è pronto a cogliere la sfida del mercato globale.
(da: http://www.etribuna.com/)