Garonzi, come Andrea Stillacci, altro presidente super partes degli Adci Awards, vive all’estero, in Svezia, e da anni collabora con agenzie internazionali e aziende su progetti di respiro globale.

Adci Awards, per il design un presidente super partes che viene dal freddo “Lavorare per piacere all’estero, prima che per piacere a se stessi”, è questo il vizio di troppi creativi di casa nostra secondo Giuliano Garonzi, graphic designer italiano affermato a livello internazionale, invitato ad assumere il ruolo di presidente super partes della giuria Design degli Adci Awards. “Ringrazio Massimo Guastini e il vice presidente Paola Manfroni – ha detto il creativo – per avermi coinvolto in questo progetto che parte dalle giurie, ma che ha come obiettivo il ‘recupero’ di tanti bravi designer che negli anni si sono allontanati dall’Associazione, non riconoscendone l’autorevolezza”.

Garonzi, come Andrea Stillacci, altro presidente super partes degli Adci Awards, vive all’estero, in Svezia, e da anni collabora con agenzie internazionali e aziende (es. Nike) su progetti di respiro globale. “In questa sfida – ha continuato il designer – mi sono accorto di combattere la stessa battaglia che sta portando avanti la presidenza del Club: recuperare il senso profondo del made in Italy, un’apertura all’internazionale che non rinnega, ma preserva l’italianità. E per il design questo vuol dire valorizzare la cultura italiana della tipografia, che da noi si sta perdendo, ma che all’estero ci viene riconosciuta. Oggi purtroppo per la comunicazione siamo una provincia, ma ricordiamoci di figure come Armando Testa, Bruno Munari e Fortunato Depero”. Un’eredità importante da recuperare, dunque, ma qual è lo stato dell’arte? “Ho cominciato a vedere i lavori – ha risposto Garonzi – ho trovato qualche buon progetto, alcuni addirittura molto buoni, ma in generale c’è poco. Per questo dico che si devono recuperare i bravi designer italiani che in questi anni hanno visto l’Adci ‘in mano’ alla pubblicità e si sono rivolti altrove, ad esempio ai tanti festival indipendenti”. Un processo che sicuramente avrà bisogno di tempo. “Quest’anno il mio coinvolgimento è arrivato in fase avanzata – ha continuato il creativo – . Ho accetto perché mi è stato chiesto di lavorare alla ‘design direction’ dell’associazione sul lungo periodo. Quest’anno col mio studio mi sto occupando del graphic design del nuovo annual del Club, ma non solo, stiamo ripensando il logo Adci (in collaborazione con Carosello Lab, ndr). L’idea è quella di rinnovare la brand identity del’associazione ispirandoci alle origini e ripartendo dal logo storico. Quello di oggi, a mio avviso, non è rappresentativo del design italiano”. (A. Cr.)

(da: http://www.pubblicitaitalia.it)