pubblicato: venerdì 10 giugno 2011 da Gabriele F.

People Think I'm Cool - The Life And Art Of Pane

Che cosa è rimasto della street art che esplodeva in Italia a inizio anni novanta? Il tempo cancella le tracce lasciate sui treni o sui muri, restano i ricordi, le immagini, le scatole piene di foto. Deve essere andata così anche per Pane, ovvero Stefano Monfeli: classe 1974, oggi Pane è un visual artist e graphic designer.

Ma in quell’epoca irripetibile per l’hip hop italiano che sono stati i primi anni novanta – già: del secolo scorso – Pane era uno dei protagonisti della scena romana. Li ha già raccontati quegli anni nel 2002, in Just push the Button – Writing Metropolitano, edito all’epoca da Stampa Alternativa.

Oggi si torna a parlare di lui per un altro volume, stavolta una monografia in cui si racconta: People Think I’M Cool – The Life And Art Of Pane. La presentazione sarà venerdì 18 giugno dalle 17 alle 20 allo Stussy Store di Milano, in corso di Porta Ticinese 103. Dopo il salto, l’intervista con Pane…

People Think I'm Cool - The Life And Art Of PanePeople Think I'm Cool - The Life And Art Of PanePeople Think I'm Cool - The Life And Art Of PanePeople Think I'm Cool - The Life And Art Of PanePeople Think I'm Cool - The Life And Art Of PanePeople Think I'm Cool - The Life And Art Of PanePeople Think I'm Cool - The Life And Art Of PanePeople Think I'm Cool - The Life And Art Of Pane

Cosa si prova a lavorare sul proprio libro? si rivive tutto, si chiude la storia, sembra tutto strano?

Nel fare questo libro ho provato un certo sollievo, nel senso che ho potuto collocare i momenti importanti della mia vita e della mia esperienza artistica in un unico contenitore, ho provato il tipo di piacere che si prova quando si sistema la libreria o si riordina la scrivania. Prima avevo la sensazione che il mio lavoro fosse sfuggevole ora è ben collocato in un volume a colori di 208 pagine. In questa monografia che raccoglie le mie esperienze artistiche e di vita, parto dalla mia infanzia; racconto come la mia vena creativa sia stata innescata, passo per i fumetti, i graffiti, il surf, arrivo alle mostre in galleria e alle installazioni con il collettivo Why Style, il tutto incorniciato da storie che narrano le vicissitudini di alcuni momenti che reputo chiave nella mia crescita. Lavorando a questa monografia mi sono riaffacciato su cose lontane, passate, la sensazione provata è quella che possono sentire tutti sfogliando un vecchio album di fotografie, inconsciamente si tirano le somme, si fa un resoconto. Questo tipo di lavoro autobiografico non è nostalgico, il tempo ha fatto il suo lavoro permettendomi di riguardare ad alcune cose del passato con ironia, permettendomi di valutare alcuni passaggi rocamboleschi della mia vita sotto una nuova luce, permettendomi di trarre dei suggerimenti che non avrei mai potuto cogliere al momento.

È morto l’hip hop? Quando lo hai mollato?

L’hip hop non l’ho mai mollato, come effettivamente non l’ho mai veramente sposato. Se per hip hop intendi la mia passata esperienza da writer e guardi il numero di pezzi che faccio ora, puoi dire che ho mollato, però ti dico che ad un certo punto quella cosa si è semplicemente sommata ad altri interessi e continua a vivere in altre forme.

Come sta la street art? Ma cos’è poi in realtà?

La street art è un calderone dove viene incluso tutto quello che in qualche modo è legato alla società e ad una certa estetica pop, nata ed inspiratasi sulle fondamenta gettate dal writing. La street art è un movimento culturale che va accettato per quello che è, una piattaforma espressiva che ha permesso a tantissimi di dire la loro e credo che fin qui sia una ottima cosa. Se si valuta il lato estetico ed artistico della street art, allora va fatto un altro ragionamento e una bella selezione, i risultati artisticamente validi sono pochi. Credo che la street art abbia già toccato il suo picco più alto, dandoci alcuni artisti di valore internazionale, ora non so quanto un movimento come questo, caratterizzato fortemente dalle tendenze e dalla moda possa durare. io personalmente guardo avanti e cerco di svincolarmi da modelli, valutando solo ciò che reputo buono, intelligente ed efficace, prescindendo dall’origine.

Cosa ti è rimasto dei treni a Roma?

Due scatole piene di fotografie, buoni amici e un po’ di orgoglio.

Chi sono gli artisti cui guardi con ammirazione?

Ammiro gli artisti che lavorano, quelli che perseguono le idee, quelli che studiano e che mettono se stessi a disposizione della propria arte. Di nomi ne avrei tanti, tra quelli che mi sovvengono al momento posso nominarne alcuni alla rinfusa: John Kricfalusi, Barry McGee, Todd James, Pettibon, Jeff Koons, Cattelan, Ron Muek, James Jarvis, Osama Tezuka, Yoshitomo Nara, Murakami, Keiichi Tanami, Shintaro Kago, Yuchi Yokoyama…

Dove si compera online il libro, e perché i nostri lettori dovrebbero acquistarlo?

Il libro è sponsorizzato da Stussy e pubblicato da Damiani, l’uscita nelle librerie di tutto il mondo è prevista per l’autunno, nei negozi Stussy come credo online, sarà disponibile a partire dal 18 Giugno, data della prima presentazione del libro a Milano, ho fatto una ricerca online e ho visto che si può già prenotare da qualche parte. Se ti interessano le tappe di un percorso che fanno di una persona quello che è, un percorso di crescita artistica in cui le vicissitudini della vita ne determinano le conseguenze, allora questo è un libro che dovrebbe piacerti.

Il tuo sogno di artista?

Difficile, proviamo; poter risvegliare certe coscienze intorpidite, contribuire in qualche misura ad un cambiamento del nostro stile di vita a favore di una coscienza più legata alla natura, poter far pensare e divertire, tutto questo dalla mia casa con grande studio annesso di fronte ad un bello spot di surf.

(da: http://www.artsblog.it/post/7288/people-think-im-cool-the-life-and-art-of-pane-intervista-a-stefano-monfeli )