Il Fai, Fondo ambiente italiano, non è mai a corto di idee e iniziative per perseguire il suo obiettivo primario o, se volete, il core business: tutelare e valorizzare l’immenso patrimonio d’arte e di paesaggio italiano. Non fa eccezione la mostra (con asta a seguire) dal titolo The Hand of the Graphic Designer (La mano del grafico), che apre oggi, fino all’8 maggio, nella suggestiva cornice di Villa Necchi Campiglio, in via Mozart 14, nel cuore di Milano. Organizzata in collaborazione con Alterstudio Partners, a cura di Francesca Serrazanetti e Matteo Schubert, l’esposizione – allestita in varie parti di questa splendida dimora ora di proprietà del Fai, per consentire al visitatore di apprezzarne i preziosi contenuti artistici e architettonici – presenta 367 disegni e schizzi autografi realizzati da 108 fra i più autorevoli grafici italiani e internazionali, donati al Fai per sostenerne l’attività. Una selezione dei disegni esposti sarà la base di un’asta battuta da Sotheby’s, in calendario per giovedì 13 maggio, sempre a Villa Necchi. La restante parte delle opere grafiche sarà poi messa direttamente in vendita, a disposizione del pubblico.
Come sempre nei progetti del Fai, la trasparenza è d’obbligo: il ricavato dell’asta andrà così a finanziare alcuni interventi di manutenzione proprio a Villa Necchi Campiglio, nonchè per il restauro di alcuni antichi testi della biblioteca storica del Castello di Masino, bene monumentale del Fai in Piemonte, a Caravino (Torino).
La mostra, così come il gradevole catalogo realizzato da Moleskine, sono espressamente dedicati a Bob Noorda, uno dei protagonisti indiscussi del rinnovamento della grafica italiana. A lui si deve, tra l’altro, insieme con Franco Albini, il progetto originario e originale della segnaletica della linea rossa del metro, oggi purtroppo viziato da troppi e ingiustificati interventi.
Nello stesso periodo, Villa Necchi ospiterà anche «Il Negozio Olivetti di Carlo Scarpa a Venezia, 1957-1958», piccola ma significativa mostra fotografica a cura diMichele Calzavara e Maurizio Navone, con una dozzina di scatti realizzati nel 1980 da Marco Ambrosi che hanno per soggetto proprio l’atelier Olivetti di piazza San Marco a Venezia.

(da: ilgiornale.it)