Oggi parliamo di una delle figure chiave del lavoro del web legato al mondo dei social network e dei social media più in generale: il Social Media Manager. Stiamo parlando dell’ideatore e del supporter di una realtà aziendale che è messo a capo della sezione web in una Piccola o Media impresa.
La figura del Social Media Manager è da tempo discussa e non sempre riesce a trovare esaustive risposte nei suoi ruoli, anche dai Social Media Manager stessi. Oggi andiamo infatti ad esaminare qualche dettaglio in più per capire di chi stiamo parlando e che cosa deve fare questa figura.

Andiamo quindi per aspetti  fondamentali dei singoli progetti e capiamo qualcosa in più. Il primo obiettivo del Social Media Manager è quello di comprendere chi è il suo cliente, e per comprendere chi è il nostro cliente dobbiamo cominciare a perdere l’idea di essere legati ad un vecchio concetto di economia, ovvero, investendo il nostro cliente solo ed esclusivamente nel committente economico del progetto. Ovviamente il nostro cliente, non sarà quindi solo il committente economico soprattutto perché stiamo andando ad operare ed agire in un mercato globale, di conseguenza, sarà prioritario agire per tutti i clienti ipotetici di quel tipo di mercato.

Per avviare la progettazione per un cliente, c’è la necessità di cominciare a comprendere il target ed il segmento dell’Azienda per cui stiamo lavorando, onde andare a creare un modello di business innovativo attraverso i social network e social media, senza tornare ad essere cloni degli altri. Il risultato da conseguire per un Social Media Manager, rimane però lo stesso di un Manager non social, ovvero andare a creare una piattaforma giusta e valida per il nostro cliente / segmento di mercato. Il cliente ovviamente va seguito con una certa qualità, questo perché la forma lavorativa basata su piattaforme di social network come dicevamo è visibile a tutti e merita supporto qualitativo.

Al primo posto, dopo aver fatto una scelta di stile per la nostra attività che deve essere portata avanti per tutti i progetti che seguiremo, ecco che abbiamo bisogno anche di creare degli altri surplus che tornano utili in certi frangenti del Social Media Marketing. Stiamo palando dell’empatia con il nostro progetto e della differenza con gli altri progetti.

Quello che in realtà va ad offrire il Social Media Manager, non è più un prodotto, bensì un servizio ogni volta personalizzabile e quindi è paragonabile più al lavoro di unartigiano, che a quello di un commerciante. Come i vecchi artigiani di una volta (i metodi non cambiano), però, il Social Media Manager ha degli strumenti in più per essere visibile, e per sfruttare la viralità degli strumenti del web rispetto agli altri competitor. Linea guida principale per svolgere questo tipo di operazione è quella di creare un gruppo di conoscenze in verticale, che non sia sempre lo stesso, ma riesca a rinnovarsi con una frequenza almeno mensile, partecipando a circuiti diversi, e sfruttando tutte le capacità messe in opera sui social network di diffusione di massa delle idee.

La diffusione del nostro lavoro, quindi, passa per il contenuto e per la condivisione, cosa ormai semplicissima ad ogni utente con un minimo di dimestichezza sui social network. Sfruttando le conoscenze della nostra rete, riusciremo ad attuare questa verticalizzazione di cui parlavamo.

Dopo aver esaminato alcune delle caratteristiche del ruolo del Social Media Manager, ci accingiamo quest’oggi ad attraversare insieme l’ultima fase dell’analisi del ruolo del Social Media Manager in Azienda. Uno dei primi problemi con cui si trova a competere il nostro professionista nel momento in cui arriva in una nuova realtà che non ha mai sfruttato le proprietà dei social network e dei social media, potrebbe trovarsi spiazzato, ma qui ci viene incontro un po’ della vecchia scuola.

Quello di qui abbiamo bisogno, infatti, sono degli strumenti di analisi paragonabili un po’ alle vecchie ricerche di marketing e che invece oggi chiamiamo KET (Key External Tools). Questi sono praticamente gli stessi strumenti che utilizzano i SEO ed i SEM, come abbiamo visto già nel nostro speciale sulle professioni del Web. Uno degli esempi classici di questi strumenti è Google Insight. Le parole chiave, sono fondamentali per il Social Media Manager, per mettere gli utenti in condizione di trovarci. Gli strumenti “nostri” su cui poi andremo ad attuare questa sorta di aiuti sono i classici siti aziendali, gli account e le fan page dei social network, oltre che il nostro corporate blog. Tutti questi dati serviranno prima per acquisire contatti e poi per creare una sorta di fiducia negli influencer e nelle community che ci seguiranno.

Attenzione perché un utilizzo sbagliato di queste informazioni (farsi credere quello che non si è), potrebbe avere il classico effetto boomerang, ovvero distruggere tutto quello che abbiamo creato e far si che si consolidi una rete negativa intorno a noi.

Tutti questi aspetti si ripercuoteranno sulla carriera del nostro Social Media Manager in aspetti negativi o positivi, sia in modalità on line che in modalità off line. Questo perché parliamo di una realtà, quella dei social media e dei social network, che in qualche modo negli ultimi tempi è diventata creatrice e portatrice di voci nuove nel curriculum.

Ultimo consiglio importante per apprendere quello che si può e che non si può (o meglio non si deve) fare, ci viene dagli studi di Anderson, che ci ha illustrato come nelle iniziative economiche di business veicolate attraverso la grande rete Internet, le classiche regole applicabili all’economia di tutti i giorni non funzionano.

Gli effetti che sorbisce il pubblico mediale televisivo o della carta stampata, non funziona sulla massa che è presente sulla grande rete.
Questo perché la grande rete ha creato delle masse che si riuniscono in gruppi ecommunity che hanno in se dei linguaggi e dei rituali propri difficilmente comprensibili, ma soprattutto difficilmente strutturabili in un libro di testo. Più che altro si necessita di un’enciclopedia. Non avendo quindi un metro di paragone standard per l’identificazione di questi gruppi, attraverso i media digitali, avremmo la possibilità di creare maggiore profitto sui nostri servizi e prodotti se lavoriamo bene con il web, oppure andare incontro ad un fallimento totale. Ruolo del Social Media Manager è quello di capire e trasmettere alla propria azienda, che non possono esistere dei risultati di mezzo (mediocri) quando si è on line, visto che la vita in off line è diversa.

Durante il nostro cammino, inoltre ci servirà molto comprendere a che punto siamo e se stiamo procedendo bene nello sfruttamento dei social network durante il nostro lavoro, quindi avere un buon metro di paragone sul nostro lavoro è importante soprattutto per imprese startup. Ovviamente c’è da dire che l’ottima analisi può essere fatta sul lungo periodo, al massimo medio e come può essere per la propria azienda, è ovvio che sarà anche per le aziende dei clienti. Di conseguenza è chiaro far comprendere al nostro cliente che i risultati analizzabili saranno visibili dopo questo determinato tempo.
In bocca al lupo agli aspiranti Social Media Manager.

(copiato da: http://www.iochatto.com visitate il loro sito, curiosate e seguiteli)