Frutta e verdura per la produzione della carta. Una società veneta ha avuto la brillantissima idea di utilizzare gli scarti della filiera per un prodotto green.
Bucce e polpa di arancia avanzate dalla produzione di succhi e spremute, residui di mais, olive, mandorle, nocciole, kiwi e caffè. Questi scarti della produzione possono essere trasformati in bobine di carta, definita Crush.
LA CARTA GREEN. L’idea è della Favini, una cartiera di Rossano Veneto, in provincia di Vicenza. L’azienda non fa altro che comprare i residui di scarto delle produzioni alla fine della filiera. A quel punto ciò che normalmente finirebbe bruciato, a concimare la terra o in discarica viene trasformato in carta, e poi in prodotti di cartoleria. Fra i materiali più utili, da questo punto di vista, c’è il pergamino: la pellicola che ricopre i chicchi di caffè.
PRODOTTI MENO CARI. I benefici non sono solo per l’ambiente, perché al consumatore finale questi prodotti green possono costare anche il 20% in meno rispetto a quelli di cellulosa. Crush, al momento, è disponibile in sette tonalità di colore, che dipendono dalle rispettive materie prime utilizzate: mais, agrumi, kiwi, olive, mandorle, nocciole e caffè.
PRODOTTI MENO CARI. I benefici non sono solo per l’ambiente, perché al consumatore finale questi prodotti green possono costare anche il 20% in meno rispetto a quelli di cellulosa. Crush, al momento, è disponibile in sette tonalità di colore, che dipendono dalle rispettive materie prime utilizzate: mais, agrumi, kiwi, olive, mandorle, nocciole e caffè.
Martedì, 20 Novembre 2012
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