Andrea CastellettiAndrea Castelletti

Ha iniziato da giovanissimo iscritto all’Istituto Europeo di Design di Milano e con la passione per la comunicazione ha portato i suoi lavori in tutto il mondo, ora è membro della giuria del TNT per giovani talenti. Conosciamolo meglio

RIPATRANSONE – A pochi mesi da un altro importante riconoscimento, lo Young Blood 09, il premio per i talenti italiani premiati nel mondo dell’arte del design e della pubblicità, il ripano Andrea Castelletti si distingue nel panorama internazionale assieme ad altri duecento ragazzi selezionati da un prestigioso comitato scientifico per gli importanti risultati ottenuti in diversi ambiti grazie alla loro determinazione.

Ad ulteriore testimonianza di questo indiscutibile talento, vi sono anche una serie di vittorie conseguite nell’ambito di concorsi di fama internazionale, come ad esempio il Good50X70 dove, nel 2009, il giovane Andrea si aggiudica la vittoria realizzando un poster sul tema dell’Hiv e nello stesso anno, si aggiudica la vittoria al concorso Poster4Tomorrow, realizzando un’opera ispirata alle vicende del popolo iraniano del dopo elezioni presidenziali, che è stata esposta al Palazzo delle Arti decorative del Museo del Louvre.

Da 2008 è membro dell’Art Directors Club di New York e attualmente lavora come art director presso l’agenzia di pubblicità TW2, con sedi a Milano e New York ed è assistente al dipartimento creativo della Scuola di Comunicazione dell’Istituto Europeo di Design, lo IED.

I suoi lavori sono stati pubblicati nei libri di grafica, riviste di settore, siti di marketing e graphic design ed esposte in tutto il mondo, alla Triennale Design Museum di Milano, in Svezia, Israele, Turchia, Stati Uniti, Germania, Marocco, Equador, Spagna, Bolivia, Perù, Serbia, Polonia, Francia, Canada, Georgia, Corea del Sud, Austria, Libano. insomma, gli chiediamo: “dove vuoi arrivare?”

Ci risponde: “Dove non riesco ancora ad immaginarlo. Ogni volta che ottengo un risultato, spero di ottenerne uno migliore”.

Cosa ami della tua attività?

“Amo le cose belle, e il mio lavoro mi permette di fare cose bellissime”

Credi che il tuo talento abbia un impatto sugli altri, sulla società?

“La comunicazione fa parte dell’ambiente in cui viviamo e chi, come me, si occupa di advertising ha la responsabilità di proteggerlo e di proteggere gli altri dall’inquinamento visivo”.

Quali sono gli strumenti di cui hai avuto bisogno e deve li hai appresi?

“Negli anni ho dovuto imparare a distinguere le cose che hanno un valore, e non solo valore monetario, da quelle che non ce l’hanno. Ho allenato gli occhi al gusto, alla ricerca dei dettagli salienti, e la mente al progetto, al pensiero strategico. Allo IED ho appreso gli strumenti e i concetti, con Alberto Baccari, il mio direttore creativo da quando ho iniziato a lavorare, ho appreso come sfruttare ed ampliare le mie conoscenze nel modo migliore e come applicarle nel mondo del lavoro.

Quando e come ti sei accorto di quale era la tua strada?

“Ho sempre saputo che avrei fatto un lavoro legato al design e alla comunicazione, fin da piccolissimo quando in tv c’era la pubblicità io, a differenza di molti, non cambiavo canale”.

Chi ti ha influenzato o ti ha aiutato a fare emergere il tuo talento?

“Tutti quelli che hanno reso bello questo mestiere, mi hanno influenzato tutte quelle persone che hanno lasciato un segno nel mondo attraverso un progetto di comunicazione. La scuola poi mi ha offerto grandissime opportunità, mi ha messo su un piatto d’argento diverse occasioni e sfide che io non ho fatto altro che raccogliere”.

Di cosa vai particolarmente fiero?

“Vado particolarmente fiero di aver reso i miei genitori orgogliosi di me, di averli ripagati per tutto quello che hanno investito. A livello lavorativo, la cosa migliore che ho fatto è un poster di denuncia contro chi limita la libertà di espressione che l’anno scorso è stato esposto al Palazzo delle Arti Decorative del Museo del Louvre. Ne vado fiero perché credo nel messaggio che volevo comunicare e il fatto che il mio pensiero sia arrivato agli altri è la vittoria più grande”.

Chi ti ha sostenuto di più tra parenti e amici?

“Mia zia e i miei genitori, mi hanno sempre sostenuto, hanno sempre creduto in me, questi ultimi anche quando non avevano ben chiaro cosa stessi facendo. I miei amici poi sono stati sempre i miei più grandi sostenitori: per essere veramente soddisfatto i miei lavori devono piacere innanzitutto a loro”.

Prenderesti in considerazione l’idea di tornare nel Piceno?

“Un giorno tornerò sicuramente nel mio territorio, con il mio bagaglio di esperienze maturate a Milano e all’estero spero di potere in qualche modo aiutare a far crescere, e a rendere credibile l’advertising made in Marche”

Cosa ti manca di più della tua casa?

“Sento molto la mancanza del mare, delle colline, delle vallate, dei profumi, di tutto il patrimonio naturalistico della nostra straordinaria terra. Sento molto la mancanza del mio paese, delle persone, di quei volti con i quali sono cresciuto, infatti colgo ogni buona occasione per tornare e porto spesso con me degli amici provenienti da altre parti di Italia per fargli conoscere il nostro fantastico territorio, la nostra cultura, il nostro cibo, e tutti ogni volta se ne innamorano”.

Progetti per il futuro?

“Di sicuro un giorno vorrei aprire una mia agenzia, una realtà unica, con una visione innovativa, qualcosa che in Italia non si sia ancora visto, ma per ora ho ancora molto da imparare”.

Cosa diresti ai ragazzi che inseguono i tuoi stessi sogni?

“Di credere sempre con fermezza nei propri desideri e di studiare per apprendere i mezzi per poterli realizzare; inoltre, tenere presente che : great work equals great returns, tanto lavoro produce sempre grandi soddisfazioni”.

di: Valeria Di Feliciantonio

(fonte: http://www.rivieraoggi.it)

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