Di Micol Di Veroli, in Editoriale.Nel 2012 c’è chi ha intenzione di smettere di fumare, chi vuol mettersi a dieta e chi ha deciso di iscriversi in palestra. Tutti questi piccoli fioretti hanno ovviamente l’obiettivo di migliorare una situazione personale, di accrescere le singole abilità e di proiettarsi in avanti, nel futuro. A pensarci bene anche la nostra scena dell’arte dovrebbe pensare a qualche proposito per il 2012.

I curatori ad esempio potrebbero pensare alla promozione degli artisti e a non ideare progetti curatoriali che seppelliscono le visioni creative degli stessi, I musei alle programmazioni ed a un metodo per far riavvicinare il pubblico all’interno dei loro spazi. Per quanto riguarda le gallerie private, si potrebbe tentare una collaborazione diffusa invece che dichiarar guerra ai colleghi o peggio ancora ignorarli del tutto. Il trucco è far girare gli artisti su tutto il territorio nazionale in modo da non lasciarli morire una volta immessi nel mercato come spesso accade. I magazine d’arte potrebbero pensare meno ai loro inserzionisti e proporre recensioni veritiere, si potrebbe inoltre proporre argomenti un tantino più scientifici e tralasciare i pettegolezzi. Sarebbe inoltre una pratica sana quella di non trasformare le riviste cartacee in incomprensibili deliri editoriali, costruiti utilizzando il cut and paste con il solo scopo di soddisfare i pruriti creativi dei direttori e confondere i lettori.

 

Le istituzioni invece potrebbero limitare il posizionamento dei propri uomini all’interno delle direzioni degli spazi pubblici e lasciare il passo ai professionisti del settore. Infine si potrebbe riorganizzare il sistema dei concorsi d’arte e delle selezioni per le fiere, rendendo il tutto un poco più trasparente e soprattutto accessibile. Tutte questi piccoli accorgimenti potrebbero migliorare il nostro 2012 all’insegna dell’arte contemporanea ma, come i buoni propositi di chi vuol smettere di fumare, tutte queste intenzioni rimarranno tali.

 

 

 

 

 

 

 

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